E’ doveroso iniziare la postfazione del primo numero in lingua italiana lodando il coraggio, la lungimiranza e la professionalità della Fondazione GCSEC di Poste Italiane.

Dopo l’iniziativa di Poste Italiane e della Fondazione GCSEC di offrire al pubblico italiano la mostra ”Eroi e Vittime dei Social Media, dai geroglifici a Facebook”, ormai in esposizione permanente presso il Distretto Cyber Security di Cosenza, GCSEC oggi lancia il primo numero dell’edizione italiana di Cybersecurity Trends, l’unica rivista europea di spessore destinata a informare gratuitamente i cittadini e i dipendenti delle organizzazioni pubbliche e private sui rischi e i pericoli del mondo digitale nel quale viviamo.

Oltre alla lungimiranza della Fondazione, è doveroso evidenziare l’importanza di questa iniziativa per tre motivi ben precisi:

Il primo ha ispirato l’idea e poi la nascita, poco più di due anni fa, di Cybersecurity Trends. Tra gli esperti del gruppo dell’ITU, da anni ci rendevamo ben conto che in materia di awareness tutti i grandi paesi d’Europa, senza eccezione, stavano – e continuano – ”reinventando la ruota”, elaborando all’interno di vari enti o gruppi di lavoro temi con scopi identici a quelli sviluppati contemporaneamente da altri gruppi, in altri paesi o addirittura nella stessa Nazione.

Questo fenomeno porta il cittadino europeo, che è il vero destinatario di queste iniziative, a non saper più scegliere il sito o la rivista che gli possa dare le informazioni più utili in base alla ricchezza e qualità dei contenuti offerti. Ancora peggio, tale fenomeno riduce le probabilità che il cittadino possa accedere a materiali di qualità superiori alla media.

Il secondo motivo è meramente culturale: un’educazione basica di awareness indirizzata agli adulti deve essere fornita con chiarezza nella propria lingua natia e non può essere proposta al cittadino in ”globish”, la lingua inglese globale non-oxfordiana usata a livello internazionale.

Un onore seguito da grandi responsabilità

Per queste ragioni, spesso, importanti riviste, report e libri non sono letti o, peggio ancora, non compresi da chi non ha una buona conoscenza della lingua inglese.

L’ultimo motivo, e forse il più importante, è la decisione di rivolgersi al cittadino adulto. Fino a pochi anni fa, per motivi soprattutto sociali, ma anche di ricadute positive di immagine per il mondo politico, iniziative europee di awareness sono state dedicate quasi esclusivamente alla protezione on line dei bambini e degli adolescenti o sono state rivolte ai loro professori e genitori. Un motivo in più per cui questa iniziativa, in Europa, rimane vitale.

La Fondazione GCSEC di Poste Italiane, a dispetto della mediocre proattività tipica del nostro vecchio continente, ha precorso i tempi permettendo ai suoi lettori di essere preparati quanto i cittadini dei paesi asiatici. In effetti, dai risultati dei più recenti studi effettuati da vari Paesi sul fenomeno del rischio cibernetico e delle sue conseguenze, emerge che nei paesi più avanzati (Giappone, Taiwan, Singapore, Corea del Sud) le nuove generazioni, già dai primi anni di scuola, imparano a conoscere i pericoli della rete.

In questo contesto, anche il mondo adulto è un bersaglio facile perché redditizio per la criminalità. Indifeso, nato con la macchina da scrivere o con il Commodore 64, inconscio delle fragilità delle nuove tecnologie e del mondo virtuale, espone la propria vita professionale, sociale e privata, a volte anche nei suoi aspetti più intimi, a nuovi rischi.

Inoltre emerge sempre più la necessità di portare awareness, cultura, educazione ai dipendenti delle organizzazioni statali e delle aziende. Tenendo conto dell’ampiezza che può avere un attacco SCADA come quello alla rete elettrica della regione di Ivano-Frankivvsk (Ucraina, 23 dicembre 2015), ci si rende ben conto che l’adozione delle soluzioni tecniche più avanzate, affiancate ai migliori esperti di cyber security non bastano più per far fronte attivamente alle minacce se gran parte di esse sfruttano la mancanza di sensibilizzazione e preparazione dei dipendenti sulla sicurezza informatica.

La fiducia accordataci da qualche mese dal CLUSIS, con il quale pubblichiamo in Svizzera la versione francese, e ora anche dalla Fondazione GCSEC di Poste Italiane, comporta molte responsabilità, in primis quella di portarLe caro lettore italiano, contenuti sempre più utili ed in linea con quanto avviene in tutta Europa. Con la nascita delle edizioni in lingua inglese (a giugno) e tedesca (a settembre), gli articoli provenienti da aree geografiche e da ambiti professionali diversi ci permetterà di offrire ai natii di ben 5 lingue diverse i punti di vista dei migliori esperti europei, nel vostro caso scelti, tradotti e integrati dalla Fondazione GCSEC.

Laurent Chrzanovski

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