Network and Information Security 2, la direttiva che è stata varata dall’Unione Europea nel 2023, ha lo scopo di rafforzare la sicurezza informatica nei settori critici. Rispetto alla precedente direttiva NIS del 2016, la NIS2 amplia l’ambito di applicazione, impone requisiti più stringenti e introduce sanzioni più severe per le aziende. Le organizzazioni pubbliche e private che operano in settori essenziali (energia, sanità, trasporti, finanza, ecc.) e importanti (servizi digitali, produzione di tecnologie, fornitori IT, ecc.) devono adeguarsi. Ma cosa comporta concretamente la compliance?
Adeguarsi alla NIS2 significa rafforzare le difese contro gli attacchi informatici. La direttiva impone misure di gestione del rischio, protezione delle reti, risposta agli incidenti, continuità operativa e formazione del personale. Questo si traduce in organizzazioni più preparate, reattive e resilienti di fronte alle minacce cyber. Per il business, un’organizzazione che dimostra la conformità ai requisiti NIS2 trasmette un segnale chiaro a clienti, partner e stakeholder: l’azienda prende sul serio la cybersecurity. In un contesto in cui le violazioni di dati sono all’ordine del giorno, la fiducia è un vantaggio competitivo. Inoltre, la trasparenza nella gestione degli incidenti rafforza la credibilità. L’adeguamento spingerà, inoltre, le imprese a modernizzare sistemi IT, processi e policy. Questa spinta verso la trasformazione digitale può generare efficienze a lungo termine e migliorare la competitività.
In questo contesto, si dovrà tenere conto che tutte le attività di audit, formazione, strumenti di sicurezza, aggiornamenti software e assunzione di personale qualificato comporteranno spese rilevanti, soprattutto per le PMI. La direttiva non distingue le imprese in base alla dimensione, ma solo in funzione dell’impatto settoriale. La compliance potrebbe anche portarsi dietro una certa complessità burocratica, richiedendo la creazione di processi strutturati per il risk management, la gestione degli incidenti, le comunicazioni verso le autorità e la documentazione. Questo può rallentare le operazioni, soprattutto nelle organizzazioni non abituate a normative stringenti. Altro tema da affrontare è quello della scarsità di risorse in ambito cybersecurity. La richiesta di esperti in cybersecurity, risk management e compliance è in forte crescita. Tuttavia, trovare personale qualificato è difficile. Questo rende la compliance un obiettivo difficile da raggiungere per molte aziende, creando disparità nel mercato. In ultimo, come vedremo nel nostro numero dedicato a questa tematica, abbiamo le due facce di questa medaglia: da un lato la direttiva aumenta la sicurezza, dall’altro impone obblighi molto rigidi, con sanzioni fino a 10 milioni di euro o il 2% del fatturato globale. La mancata o parziale conformità può avere conseguenze pesanti anche per errori non intenzionali.
La conformità alla direttiva NIS2 rappresenta un passo obbligato per molte imprese, con vantaggi strategici in termini di sicurezza, reputazione e conformità. Tuttavia, comporta anche costi, complessità e nuove responsabilità. La chiave è prepararsi in tempo, valutare i gap e costruire una roadmap sostenibile per trasformare questo obbligo in opportunità.