Gemello digitale territoriale Land Digital Twin  – Roberto Masiero (a cura di)

ed. Osservatorio per il paesaggio delle colline di Conegliano Valdobbiadene Fondazione Francesco Fabbri

Pubblichiamo per gentile concessione dell’editore un estratto dell’introduzione di Roberto Masiero, che figura nelle interviste Vip di questo numero e che ha curato questo approfondito dossier su un tema destinato ad avere impatti sempre più forti per chi si occupa di cyber security.

Gemello digitale e governance future

“…Scopo dello studio è quello di riflettere, sulle implicazioni e le prospettive aperte dalla costruzione di gemelli digitali territoriali: per rendere efficienti ed efficaci le governance future; per permettere processi di simulazione e gestione della complessità dei fenomeni economici e sociali oltre che territoriali, ambientali e paesaggistici; per poter così organizzare, con e sui dati, piattaforme che permettano la diffusione dei saperi fondamentali per le dinamiche dell’attuale capitalismo cognitivo, in modo da alimentare positivamente l’intelligenza e la creatività collettive; per riaffermare che il paesaggio non è solo ciò che si vede, ma soprattutto ciò che si fa e quindi non va valutato solo dal punto di vista estetico, ma soprattutto da quello etico e politico.

L’idea di fondo è dunque quella di individuare, e mettere in rete, interessi comuni tra coloro che stanno elaborando sperimentazioni e ricerche attorno a queste potenzialità, le istituzioni e le molte professionalità che le animano, i tecnici e gli operatori dei vari momenti e forme del governo dei territori, la politica con la sua progettualità socio economica nella speranza di potere elaborare una roadmap condivisa verso la sperimentazione locale di aree animate e aiutate nella costruzione continua di una propria identità e nella realizzazione altrettanto continua delle proprie potenzialità, da un gemello digitale. Questo perché convinti che se siamo ciò che mangiamo è altrettanto vero che siamo il territorio, l’ambiente e soprattutto il paesaggio che abbiamo costruito e possiamo costruire. Il paesaggio non è ciò che vediamo, ma ciò che facciamo e questo fare può essere governato nel suo insieme dal digitale e in particolare dal gemello digitale e dal metaverso.

Il gemello digitale: una definizione

È la copia di qualcosa di reale, sia esso materiale che immateriale e, nel contempo è una proprietà emergente di quella realtà, maggiore della somma delle parti. Facciamo qualche esempio per intenderci: la riproduzione in modalità digitale della Divina commedia di Dante e la rielaborazione interoperabile di quante interpretazioni vogliamo dell’opera stessa. L’una e le altre con la propria identità e con le infinte relazioni ed elaborazioni possibili. Non c’è solo l’oggettività delle opere ma anche lo spazio di libertà tra di loro.

Uno spazio a nostra disposizione. Altro esempio: la riproduzione in 3D del signor Mario così come noi possiamo riconoscerlo, ma è anche la possibilità di rappresentare e analizzare il suo scheletro, i suoi organi, il suo DNA, ma anche le sue opere, la sua storia, i suoi pensieri, i suoi sogni… aiutando lui e noi a scoprire il di più della sua stessa vita, come dei suoi talenti e persino della sua salute. Altra esemplificazione: la riproduzione in digitale di una macchina reale o immaginaria per simulare tutti i suoi possibili comportamenti reali o potenziali per una valutazione sulla sua efficacia e di tutti i suoi aspetti sociali ed economici, interagendo sia con la simulazione digitale sia con l’integrazione con la cibernetica governandone processi e possibili sviluppi. Il gemello digitale agisce per interoperabilità. L’interoperabilità è quella capacità di un prodotto o di un sistema informatico di interagire e funzionare con altri prodotti o sistemi esistenti o ancora in divenire senza alcuna restrizione per l’accesso o per le relative implementazioni.

Grazie all’interoperabilità, sistemi informativi eterogenei possono quindi dialogare tra loro, attivando in modo automatico dei processi elaborativi con scambi di informazioni e con la possibilità di attivare autonomamente azioni, quindi applicazioni. Con il supporto dell’Intelligenza artificiale il gemello digitale può attivarsi in modalità decisionale e può interagire con un orizzonte pressoché infinito di informazioni (di saperi) e di relative rielaborazioni sia cognitive che decisionali. È la possibilità di valutare (anche in autovalutazione) e di governare tutte le relazioni che esistono tra i dati materiali e immateriali del territorio, degli ambienti, dei paesaggi e tutte le attività materiali e immateriali che caratterizzano quei determinati territori.

Non essendo più il territorio mero oggetto di estrazione di valori materiali, ma deposito dell’intelligenza e della creatività collettiva, il gemello digitale territoriale è ciò che rende riconoscibile, attivo, propositivo e fattuale questo deposito, rendendo i singoli soggetti pubblici e privati consapevoli e responsabili delle loro stesse decisioni, nella trasparenza e condivisione che solo il digitale può permettere.

A cosa serve il gemello digitale

A comprendere e governare le relazioni esistenti tra i molteplici fattori che caratterizzano i territori in quanto produttori e accumulatori di intelligenza e creatività collettiva e quindi di innovazione. Il gemello digitale territoriale elabora le relazioni tra i dati permettendo di governare le dinamiche e i flussi secondo ragioni predeterminate, ma anche di cogliere aspetti che usualmente non vengono comparati. Per esempio, può mostrare in tempo reale, e in continuo, come processi, le relazioni tra mobilità territoriale, inquinamento, salute pubblica e privata.

Oppure può permetterci di individuare le relazioni fattuali tra la formazione, il trasferimento dei saperi e le varie attività produttive. Il gemello digitale non permette solo l’accumulazione e la elaborazione dei dati, ma individua e analizza processi ed è infinitamente implementabile (tende quindi ad essere un sistema vivente) ed è la base di un fondamentale oggi processo di sensorizzazione dei territori sempre più necessario per attivare una qualche governance rivolta all’economia circolare e alla sostenibilità. Il gemello digitale può essere liberamente disponibile per qualsiasi soggetto che operi in un determinato territorio che potrà nel contempo risultare sia come utente dei dati e della loro elaborazione che produttore degli stessi in un rinnovato intreccio tra pubblico e privato, permettendo infine di valutare singolarmente e collettivamente (cioè politicamente) il bene comune e le sue dinamiche”…

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