IBM e Cisco hanno annunciato una nuova collaborazione per sviluppare una rete di computer quantistici fault-tolerant su larga scala rappresenta un passo decisivo non solo per il calcolo del futuro, ma anche per la cybersecurity globale. L’obiettivo è realizzare, già entro i primi anni 2030, un’infrastruttura quantistica capace di connettere più sistemi quantistici avanzati e farli operare come un’unica piattaforma ad altissime prestazioni.
Una rete di questo tipo, in grado di coordinare decine o centinaia di migliaia di qubit, potrebbe rivoluzionare la capacità computazionale disponibile e rendere possibili applicazioni oggi impossibili. Per la sicurezza informatica significa anche accelerare l’arrivo di uno scenario in cui gli algoritmi crittografici classici rischiano di diventare vulnerabili a futuri attacchi quantistici. Per questo la migrazione verso la crittografia post-quantum (PQC) diventa sempre più urgente.
Allo stesso tempo, la rete quantistica immaginata da IBM e Cisco apre la strada a comunicazioni intrinsecamente sicure, basate su entanglement e teletrasporto quantistico dell’informazione. Tecnologie che, una volta mature, potrebbero consentire scambi di dati impossibili da intercettare e nuovi modelli di autenticazione capaci di rilevare automaticamente ogni tentativo di intrusione.
Per la cybersecurity, la vera sfida sarà affrontare questa transizione mentre si costruiscono standard, tecnologie e competenze adeguate. La potenziale integrazione di QPU (Quantum Processing Unit) in architetture distribuite a livello di più data center, e in futuro su scala globale, apre infatti la strada a un vero e proprio Internet quantistico, dove computer, sensori e sistemi di comunicazione quantistici condividono informazioni protette da leggi fisiche, non da algoritmi matematici.
IBM e Cisco, oltre a lavorare sulla tecnologia, puntano anche a investire nella ricerca accademica e nella standardizzazione, riconoscendo che il passaggio a un mondo post-quantum richiederà un ecosistema maturo, interoperabile e sicuro.
Il risultato di questa collaborazione potrebbe definire la struttura delle reti del futuro: sistemi ultra-performanti, distribuiti, resistenti ai guasti e con un livello di sicurezza difficile da immaginare con gli strumenti attuali.





