Nel corso degli Stati Generali “NUOVO” Mondo Lavoro Job Pricing ha presentato l’analisi che esamina i dati relativi alle retribuzioni nel settore digitale. L’analisi è stata effettuata su 2.000 ruoli e 500.000 osservazioni retributive. Gli esperti in digitale sono fra i più pagati d’Italia ma le posizioni dirigenziali sono quelle più penalizzate.

Gli Stati Generali “NUOVO” Mondo Lavoro fanno parte degli Stati Generali Mondo Lavoro, un format nato nel 2019 con l’obiettivo di mettere in rete tutti gli attori appartenenti a settori chiave del lavoro e dell’economia in Italia.

La seconda giornata dedicata al ruolo dell’innovation manager a supporto dei cambiamenti aziendali, si è aperta con l’analisi dei dati di riferimento sulle retribuzioni nel settore digitale curata da Elisabetta Cattaneo di Job Pricing.

Secondo i dati, le buste paga più “pesanti” sono quelle di chi lavora nell’innovazione. La quota variabile risulta doppia rispetto a quella del mercato tradizionale. Determinante la dimensione dell’azienda.

Le digital company si posizionano al quinto posto in Italia per livello retributivo medio, con quadri e impiegati con uno stipendio lordo significativamente più alto rispetto alle medie dei settori tradizionali.

Digitale il mercato più competitivo

«Stando allo studio il digitale si configurerebbe come un mercato molto competitivo, dove quadri e impiegati si spostano velocemente tra un’organizzazione e l’altra. “Il digitale – si legge nel report – ha fame di competenze che possano portare a innovazioni di business. E la leva della retribuzione è quella che spinge le persone a spostarsi”.

Ma come nei settori tradizionali anche nel digital i più penalizzati sembrano essere i dirigenti: questo perché le imprese sono ancora piccole realtà, startup, dove il dirigente stesso coincide spesso con il founder e decide volontariamente di spostare la propria retribuzione su aspetti di lungo periodo.

La “quota variabile” in busta paga

In busta paga la quota variabile risulta “un dato piuttosto rilevante” per quadri e impiegati digitali: è quasi il doppio rispetto a quello del mercato tradizionale. Questo perché le digital companies hanno sempre impostato le proprie politiche retributive sulla condivisione dei risultati aziendali.

Le famiglie professionali di competenza digitale sono meglio retribuite nelle digital companies che nelle aziende tradizionali, in particolare i ruoli Ict e Tech, veri “key people” dell’innovazione tecnologia.

Analizzando i ruoli manageriali, spiccano per retribuzione il Chief Technology Officer il cui Ral medio 2020 si aggira sui 122.759 euro, e il Chief Innovation Officer, che guida la trasformazione digitale nelle aziende tradizionali con Ral mediano 2020 di 103.973.

Quanto vale il vantaggio competitivo

Il gap tra i due si spiega con il maggiore vantaggio competitivo portato dal primo all’interno della propria realtà rispetto al secondo. A scendere, tra i ruoli più pagati, si posizionano gli UX/UI Manager e i Digital Product Manager.

In linea generale, in tutti i settori analizzati, il quinquennio 2015-2020 evidenzia trend abbastanza stabili, con tutte le categorie (dirigenti, quadri, impiegati e operai) che faticano a stare al passo con l’inflazione. I più penalizzati a livello retributivo appaiono essere i dirigenti, con un -1.2% e una Ral 2020 di 102.963 euro: il dato si spiega con una maggiore mobilità della categoria e più frequenti ricollocazioni in caso di crisi. Meglio tra tutti gli operai, con una Ral di 24.627 e un +2,9%: dato motivato dagli scatti assicurati dai meccanicismi dei contratti collettivi nazionali».

 

 

https://www.corrierecomunicazioni.it/lavoro-carriere/gli-esperti-in-digitale-fra-i-piu-pagati-ditalia-ma-le-posizioni-dirigenziali-sono-penalizzate/

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