La sicurezza marittima è fondamentale per l’Unione europea (UE) e per i suoi Stati membri. L’economia dell’UE dipende in larga misura da oceani sicuri e protetti: oltre l’80 % degli scambi mondiali si svolgono via mare, circa due terzi dell’approvvigionamento mondiale di petrolio e gas sono estratti in mare o trasportati via mare e fino al 99 % dei flussi globali di dati sono trasmessi attraverso cavi sottomarini. Al fine di garantire un’efficace governance degli oceani, proteggere gli oceani e i fondali marini e sfruttare appieno il potenziale dell’economia blu sostenibile, il settore marittimo globale deve essere sicuro dalle nuove minacce cyber e ibride.

L’UE, nel rafforzare l’ampia gamma di strumenti di cui dispone per promuovere la sicurezza marittima, sia civile che militare, ha accolto il mese scorso la nuova strategia per la sicurezza marittima dell’UE adottata  dalla Commissione europea e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza insieme al relativo piano d’azione.

Una strategia europea per la sicurezza marittima (EUMSS) aggiornata

L’EUMSS aggiornata è un quadro che consente all’UE di intervenire per proteggere i suoi interessi in mare e proteggere i suoi cittadini, i suoi valori e la sua economia.

La strategia per la sicurezza marittima aggiornata promuove la pace e la sicurezza a livello internazionale nonché il rispetto delle norme e dei principi internazionali, garantendo allo stesso tempo la sostenibilità degli oceani e la protezione della biodiversità. La strategia sarà attuata dall’UE e dai suoi Stati membri, in linea con le rispettive competenze.

La comunicazione congiunta e il piano d’azione associato specificano diverse azioni integrate che risponderanno agli interessi dell’UE. A tal fine l’UE rafforzerà gli interventi nell’ambito di sei obiettivi strategici:

  • Intensificazione delle attività in mare. Le azioni comprendono l’organizzazione di esercitazioni navali a livello dell’UE, l’organizzazione di ulteriori operazioni di guardia costiera nei bacini marittimi europei, la designazione di nuove zone marittime di interesse per l’attuazione del concetto delle presenze marittime coordinate (uno strumento volto a rafforzare il coordinamento dei mezzi navali e aerei degli Stati membri presenti in zone marittime specifiche) e il rafforzamento delle ispezioni di sicurezza nei porti dell’UE.
  • Cooperazione con i partner. Le azioni comprendono l’approfondimento della cooperazione UE-NATO e l’intensificazione della cooperazione con tutti i partner internazionali pertinenti per sostenere l’ordine in mare basato sul rispetto delle norme, in particolare la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
  • Ruolo guida nella sensibilizzazione al settore marittimo. Le azioni comprendono il potenziamento della sorveglianza delle navi pattuglia costiere e offshore e il rafforzamento dell’ambiente comune per la condivisione delle informazioni (CISE) per garantire che le autorità nazionali e dell’UE interessate possano scambiarsi informazioni in modo sicuro.
  • Gestione dei rischi e delle minacce. Le azioni comprendono lo svolgimento periodico di esercitazioni marittime reali con la partecipazione di attori civili e militari, il monitoraggio e la protezione delle infrastrutture marittime critiche e delle navi (comprese le navi passeggeri) dalle minacce fisiche e informatiche e la lotta contro gli ordigni inesplosi e le mine in mare.
  • Potenziamento delle capacità. Le azioni comprendono lo sviluppo di requisiti comuni per le tecnologie di difesa nel settore marittimo, l’intensificazione dei lavori su progetti quali la Corvetta di pattuglia europea (nuova classe di navi da guerra) e il miglioramento delle capacità antisommergibile.
  • Istruzione e formazione mediante il rafforzamento delle qualifiche ibride e di cybersicurezza, in particolare dal lato civile, e l’organizzazione di programmi di formazione aperti ai partner non UE.

La strategia aggiornata e il relativo piano d’azione contribuiranno ad attuare la bussola strategica dell’UE per la sicurezza e la difesa.

Per saperne di più, Cybersecurity Italia ha intervistato Gianluca Luraschi, project manager dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), che ha contribuito alla revisione della strategia rafforzata per la sicurezza marittima dell’UE.

Cybersecurity Italia. Quali sono i principali obiettivi della nuova strategia?

Gianluca Luraschi. Per capire gli obiettivi occorre capire il contesto. Una comunicazione congiunta tra Commissione ed European External Action Service è un documento politico che definisce le priorità che l’EU si sta dando sulla sicurezza marittima. Queste priorità verranno usate per stabilire i criteri per finanziare progetti, supportare le operazioni marittime che gli Stati membri dell’Unione intendono realizzare, e se necessario legiferare.

La Commissione e l’Alto rappresentante riconoscono che le minacce e le sfide alla sicurezza si sono moltiplicate dall’adozione della prima versione della strategia per la sicurezza marittima dell’UE nel 2014. Ad attività illecite come la pirateria, il traffico di migranti e il traffico di esseri umani, armi e stupefacenti, pesca illegale nonché il terrorismo, che rimangono sfide critiche, si sono aggiunte nuove minacce come i cambiamenti climatici e il degrado dell’ambiente marino, e gli attacchi ibridi e cyber. Per cercare di affrontare queste minacce l’European Union Maritime Security Strategy (EUMSS) suggerisce che gli Stati membri dell’Unione dovrebbero lavorare nei prossimi anni in diverse direzioni: intensificare le attività coordinate in mare e rafforzare le ispezioni di sicurezza nei porti; collaborare con i partner internazionali (in particolare NATO); migliorare la capacità di monitorare le acque territoriali; stabilire un piano per la gestione dei rischi e delle minacce; potenziare la capacità di risposta con mezzi, progetti e tecnologie comuni; formare personale qualificato che possa affrontare le nuove sfide.

Gianluca Luraschi. Vi invito a fare un esercizio:

  • Aprite una mappa che mostri le Exclusive Economic Zone (EEZ) dei vari Stati Membri dell’Unione. Per esempio, con il servizio di EMODnet della Commissione.
  • Aprite poi il servizio di EMODnet chiamato map viewer ed iniziate a selezionare layers come: pipelines, cables, …

Vi rendete subito conto che è impossibile monitorare le tante infrastrutture dislocate in un’area così vasta ed eterogenea (dall’Artico al Mediterraneo, dall’Atlantico al Mar Nero o Baltico).

L’unico modo con il quale si può svolgere questo delicato compito è attraverso la creazione di servizi intelligenti che possano correlare informazioni per allertare proattivamente centri preposti al monitoraggio dei mari.

Cybersecurity Italia. La nuova strategia è stata adottata anche in seguito all’attacco al gasdotto Nord Stream 2 dello scorso settembre? Se sì, come proteggerà infrastrutture critiche così importanti?

Gianluca Luraschi. Il processo di revisione dell’EUMSS è iniziato prima dell’attacco al Nord Stream 2 e della guerra in Ucraina. Ovviamente questi due eventi ne hanno condizionato la sua elaborazione.

Per capire come si possano proteggere infrastrutture critiche in mare integro quanto detto nella precedente risposta con un esempio. Supponiamo che un gruppo di terroristi intenda manomettere una piattaforma off-shore. Spesso questi tipi di attacchi sono anticipati da cyber-attacchi ai segnali GPS, GNSS, o spoofing e jamming delle posizioni di navi. Essere capaci di identificare queste situazioni può aiutarci a prevenire ed agire tempestivamente.

Per quanto riguarda la capacità di rispondere ad una minaccia occorre considerare che in mare brevi distanze richiedono tempi lunghi per essere percorse. Le tempistiche con le quali si fanno gli interventi sono cruciali per il loro successo. Quindi è necessario posizionare gli assetti in modo strategico. Coordinare questa attività con gli Stati limitrofi nell’Unione Europea in modo da trovare sinergie è cruciale per controllare aree marittime vaste con mezzi limitati.

Cybersecurity Italia. Sono previste, periodicamente, esercitazioni marittime reali e la cooperazione con i partner per proteggere le infrastrutture marittime critiche e delle navi (comprese le navi passeggeri) dalle minacce anche informatiche? 

Gianluca Luraschi. Non solo sono previste, ma un nuovo approccio è in corso di definizione. Fino ad oggi le operazioni marittime sono state gestite settorialmente. Per esempio, le marine militari, come le Autorità che si occupano di law enforcement (in Italia la Guardia di Finanza), e quelle che si occupano di contrastare la pesca illegale hanno nel corso degli scorsi anni lavorato per coordinare settorialmente interventi in mare. Veri e propri framework settoriali sono stati creati come SafeSeaNetMARSUR o EUROSUR. Qualcosa sta cambiando. Ci si sta rendendo sempre più conto che è difficile stabilire dove finisce una responsabilità e ne inizia un’altra.  Si pensi per esempio alla tragedia di Cutro, in Calabria, è difficile tirare una linea tra un’operazione contro l’immigrazione illegale o di soccorso (SAR). Grazie a nuove infrastrutture informatiche che consentono l’interoperabilità tra sistemi, come il Common Information Sharing Environment (CISE), si sta affermando l’esigenza di un nuovo approccio in cui la cooperazione tra le diverse Autorità dovrà avvenire non solo tra diversi Stati (cross- border) ma anche tra diversi settori (cross-sector). Marina Militare italiana, Guardia di Finanza ed Armada spagnola possono mettere a sistema le rispettive capacità operative ed informatiche per monitorare, analizzare, e rispondere ad eventi nell’Adriatico occidentale. Questo permetterà da un lato di moltiplicare le fonti di dati che si hanno a disposizione durante un’operazione e dall’altro di far uso di servizi sviluppati dalle varie autorità, ottimizzando le risorse finanziarie. 

Cybersecurity Italia. L’autonomia strategica dell’UE è determinata, oltre all’aria, terra, allo spazio extra-atmosferico e al cyberspazio, anche dal dominio subacqueo messo in sicurezza più efficacemente?

Gianluca Luraschi. Quando parliamo di autonomia strategica non dobbiamo dimenticarci che L’Unione Europea (UE) è un’unione politica ed economica di 27 Stati. L’UE opera attraverso un sistema di istituzioni sovranazionali e processi decisionali intergovernativi. Quindi l’autonomia strategica dell’Unione Europea deve tenere conto degli interessi di tutti i Paesi che la compongono. Ci sono situazioni in cui gli interessi di un Paese non coincidono con quelli di un altro, sia perché le priorità sono diverse, sia perché alcuni Paesi potrebbero avere interessi divergenti. In questo senso c’è ancora molto da fare in tutti gli ambiti identificati: terra, mare, aria, spazio, cyber-spazio e dominio subacqueo. In particolare, per quanto riguarda il dominio subacqueo, che rappresenta una sorta di far-west parzialmente regolamentato con l’istituzione delle zone economiche esclusive, occorre ricordare che c’è anche un problema tecnologico. Ad oggi non ci sono ancora le tecnologie per esplorare e sfruttare le risorse subacquee. È più facile andare nello spazio che scandagliare gli abissi marini.

Cybersecurity Italia. Infine, gli Stati membri entro quanto tempo e in che modo possono approvare la nuova strategia europea per la sicurezza marittima?

Gianluca Luraschi. All’EUMSS è associato un fondo Europeo gestito dal Direttorato del MARE (DG-MARE), European Maritime Fisheries Aquaculture Fund (EMFAF). C’è una azione all’interno del fondo (azione 4) che finanzia attività relative alla sicurezza marittima.

Lo scorso novembre ogni Stato interessato ad usufruire di questo fondo ha definito le proprie priorità (EMFAF programmes 2021 – 2027 (europa.eu)).

Le aziende private che si occupano di sicurezza, sia perché stanno sviluppando delle tecnologie o hanno elaborato dei servizi, dovrebbero contattare le Autorità pubbliche per fare partnership. In questo senso c’è un gap da colmare, la capacità di elaborare proposte da parte dell’Italia. Altri Paesi come la Francia o la Grecia sono molto più avanti di noi e riescono a sfruttare meglio i fondi europei.

Ovviamente i finanziamenti Europei sulla sicurezza marittima non si limitano all’EMFAF, anzi questo fondo copre una piccola percentuale, ma la struttura di questo fondo mi permette di affrontare un altro punto.

Questo fondo legato alla sicurezza marittima è inquadrato all’interno degli obiettivi della pesca. La logica con la quale era stato attribuito ad un direttorato (DGMARE) che si occupa di aspetti orizzontali dei mari non è sbagliata, la sicurezza è un tema trasversale non può essere circoscritto ad un settore come difesa, law enforcement, ambiente o quant’altro, però per come è stato disegnato è difficile da sfruttare. In molti Paesi, compresa l’Italia, questo fondo legato alla pesca è gestito dal ministero dell’Agricoltura. Capite bene le difficoltà che Autorità come le Marine Militari, Guardia di Finanza possono avere per accedere a questo fondo.

In sostanza, questo dimostra quanto lavoro ci sia ancora da fare per riconoscere e gestire una sfida enorme come quello della sicurezza marittima.

L’intervista integrale è consultabile su Cybersecurity Italia

https://www.cybersecitalia.it/cavi-sottomarini-e-gasdotti-cosi-lue-punta-a-metterli-piu-in-sicurezza-da-cyber-attacchi/24190/

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_23_1483

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