Presidente e fondatore del Summit nazionale IE2S ”Intelligence économique et sécurité/sûreté”.

Laurent Chrzanovski: Signor Réville, Lei è uno dei principali artefici del 2° Summit sull’Intelligenza Economica e la Security/Safety, IE2S. Come è arrivato, così rapidamente, a passare dall’idea alla realizzazione di un momento di confronto che riunisce tanti partecipanti di prestigio su temi così diversi come quelli che sono stati trattati?

Christophe Réville: Auditor dell’Istituto degli Alti Studi per la Difesa Nazionale (IHEDN), formato all’intelligenza economica da numerosi anni, e peraltro sensibile alle problematiche della sicurezza, attraverso la mia agenzia francese di contro-spionaggio economico partecipo da lungo tempo a congressi, forum, conferenze e altri simposi, che trattano questi temi. Con il mio collega Jean -Pierre Troadec, anch’egli auditor dell’IHEDN e specialista di intelligenza economica, abbiamo constatato che questi eventi, certamente istruttivi ed interessanti, non permettevano di creare veri contatti con i partecipanti di alto livello e nemmeno di assistere ad un vero scambio di idee e di conoscenze.

Questo progetto del Summit sull’intelligenza economica e sulla security/ safety è nato parecchi anni fa e ha preso corpo con la prima edizione nel 2015. La nostra idea – copiare una formula ben conosciuta nel mondo anglosassone come ad esempio il forum di Davos – consisteva nel creare un evento nel quale limitare allo stretto necessario il tempo dedicato ai tavoli di lavoro per sviluppare maggiormente il networking e la comunicazione tra i partecipanti. Il principio base è stato di aprire la partecipazione ad un numero ristretto di soggetti al fine di garantire una reale conoscenza e scambio di opinioni tra loro.
Abbiamo cosi riunito una cinquantina di partecipanti, per metà, rappresentanti dello Stato e delle grandi agenzie governative e l’altra metà di imprese importanti, che hanno potuto così conversare in maniera approfondita sulle realtà della vita economica – nell’ambito delle tematiche che trattano, in tutta libertà e riservatezza. Il patrocinio dell’Istituto degli Alti Studi di Difesa Nazionale ci ha permesso un accesso alla «rete delle reti» e di avere un approccio diretto alle più alte autorità dello Stato. E’ stato così facile, nel 2014-2015, creare in qualche mese questo evento e dar vita quest’anno alla sua seconda edizione.

Laurent Chrzanovski: L’apertura ad una rosa scelta di invitati, che tra l’altro dà la possibilità ad alcuni studenti e rappresentanti dei mass-media di raccogliere i principali frutti degli atelier di lavoro, è una decisione che merita di essere indicata. Come è stata accolta dai rappresentanti dei settori più ‘’confidenziali ‘’ del vostro summit?

Christophe Réville: Il numero dei posti al Summit è stato volontariamente limitato al fine di privilegiare la qualità dei lavori piuttosto che la quantità. Tuttavia è importante presentare al mondo esterno l’output dei lavori che hanno avuto luogo durante i seminari privati- o perlomeno ciò che può esserne divulgato. La nostra missione all’Istituto degli Alti Studi di Difesa Nazionale è di diffondere lo spirito di Difesa nazionale e di sicurezza nella società civile. L’interesse degli studenti per questi temi è sempre maggiore ed è nostro dovere accoglierli nel maggior numero possibile, per cui sono invitati a nostre spese. Anche i rappresentanti delle PMI ma di gruppi industriali invitati si fanno portavoce degli insegnamenti del Summit nella loro cerchia professionale. Nonostante l’aspetto un po’ ‘’elitista’’ del seminario privato in cui non tutti possono essere ammessi, questa iniziativa è molto acclamata da parte dei partecipanti.

Laurent Chrzanovski: Nel momento in cui solo le multinazionali più in vista e le organizzazioni internazionali interessate incominciano a balbettare il termine di ”sicurezza logica’’, il summit è stata la dimostrazione eclatante che tutti i vari «campi» compresi in questo termine sono ben collegati: sicurezza fisica, video, cyber, intelligenza economica, safety, resilienza e difesa.

Christophe Réville: Da sempre, la sicurezza dei sistemi di informazione fa parte del concetto di intelligenza economica. Ma, contrariamente a certi professionisti, noi crediamo che non si debba associare la gestione dell’informazione alla sua sola protezione. Tra l’altro, questo è un concetto a doppio senso. La protezione dell’informazione altrui è un dato che fa pienamente parte della vigilanza e della colletta di informazioni custodita sia da parte di un’azienda, sia da parte dello Stato. La protezione dell’impresa e del suo capitale di informazioni copre uno spettro molto largo che va dalla sicurezza fisica quotidiana del personale e delle infrastrutture alla sicurezza che è possibile mettere in campo in caso di minacce identificate o ipotetiche. In questo campo, il fattore umano è preponderante. È pure in questo campo che le «porte di accesso» per i criminali sono le più evidenti ed in pieno sviluppo – benché siano quelle che richiedono risorse umane qualificatissime – e che le tecniche di emulazione, di ingegneria sociale, di atti delittuosi (minacce, estorsioni, ricatto, ecc.). C’è quindi il bisogno urgente, al di là dei tradizionali mezzi e tecniche di protezione, di condurre un lavoro molto importante di educazione, di sensibilizzazione, di formazione da effettuare presso l’insieme del personale dell’organizzazione, nessuno escluso. Questo ha ovviamente delle ripercussioni sulle risorse umane (contratti di lavoro e regolamenti interni), che sono legalmente obbligate di raccogliere l’assentimento delle persone interessate per potere intervenire nelle loro sfere di social media. E’quindi un lavoro importante e di lunga scadenza che si deve mettere in cantiere, soprattutto nelle organizzazioni importanti: la base stessa dell’organizzazione deve essere ripensata, rifondata con l’accordo di tutto il personale. Ora, pur se le imprese sono pronte a investire (tra l’altro con cifre relativamente modeste) nel sistema di protezione, non manifestano un grande entusiasmo nell’adozione di politiche di regolamentazione, di sensibilizzazione e di motivazione del proprio personale.  Niente può essere fatto sui temi della sicurezza senza un coinvolgimento diretto di tutti attori dell’impresa

Laurent Chrzanovski: Come avete identificato i partecipanti che, oltre a essere fra i più riconosciuti nel settore di appartenenza, sono stati soprattutto capaci ad approcciare ad una delle più vaste iniziative transdisciplinari che abbiamo avuto modo di osservare recentemente?

Christophe Réville: Gli esperti (e le esperte) presenti al Summit dell’intelligenza economica e della security-safety sono tutte e tutti molto impegnati. Confortati dall’adozione della regola di «Chatham house», che vuole che ogni fonte di informazione rimanga totalmente riservata, essi nutrono fiducia e non esitano a scambiarsi informazioni di prima mano.

La nostra modesta organizzazione è composta da personalità di altissimo livello che desiderano partecipare al Summit in qualità di esperti. Talvolta siamo obbligati a fare scelte drastiche. In effetti, l’aspetto pluridisciplinare fa anch’esso parte delle grandi originalità del Summit: il nostro scopo è di far comunicare due mondi che non si parlano abitualmente: il mondo dell’intelligenza economica – spesso considerata come molto universitaria – e il mondo della sicurezza, spesso ricondotta all’immagine caricaturale di «guardiano di parcheggio».

Infine, esiste chiaramente una distinzione che si produce nel piccolo mondo dell’intelligenza economica/sicurezza fra coloro «che sono stati al Summit» (2015 o 2016), cioè che fanno parte del Circolo IE2S, e gli altri. Il prezzo per farne parte è elevato: impegno, disponibilità (tre giorni, sono molto lunghi per delle personalità di spicco impegnatissime), libertà di tono e di parola rare.

Laurent Chrzanovski: Si è spesso parlato di semantica, ma, né le definizioni delle parole, né il significato presente e passato di termini tecnici, hanno creato problemi di comprensione, anche quando essi erano utilizzati in modo molto differente da parte degli attori del Summit. Come si spiegano oggi le grandi incomprensioni “linguistiche” spesso esistenti fra i vari team di una stessa azienda di grandi dimensioni?

Christophe Réville: A partire da un certo livello, gli specialisti di alto livello conoscono il contesto e le sfumature riferibili ad un termine o ad un altro. Noi ci rivolgiamo ben al di là dei direttori di sicurezza o dei responsabili di sorveglianza: il nostro pubblico è costituito da amministratori di società o da dirigenti che hanno una visione strategica multidimensionale e spesso multiculturale e che quindi conoscono queste parole. Anche se la nostra vocazione è essenzialmente francese o in ogni caso francofona, parliamo di strategie mondiali che sono state evocate prendendo spunto dalle migliori pratiche conosciute in certi paesi stranieri per poi adattarle alle specificità francesi, sia culturali che sociologiche, le quali sono molto particolari – e questo non è sempre una qualità. E’ interessante ricordare le differenze di definizione fra i termini sécurité (security) e sûreté (safety) secondo l’ambiente professionale dell’interessato. Eppure, alla fine, tutti si capiscono.

Laurent Chrzanovski: Durante la maggior parte degli incontri del 2016 in Europa, la forte plusvalenza in termini di risultati ottenuti merita una divulgazione verso il top management del settore privato e pubblico. Come pensate di valorizzare gli output del Summit negli ambiti politici, economici e civili?

Christophe Réville: È stata pubblicata una sintesi del Summit sull’intelligenza economica e la security/safety 2016 naturalmente. Tuttavia, al di là della diffusione numerica, noi lavoriamo essenzialmente sull’influenza diretta sul top management che orienterà le proprie strategie e politiche nella direzione comune definita durante il Summit. Il buon esito dei lavori sarà certo poco diffuso tramite i media, e senza dubbio poco «glorioso», ma noi puntiamo a una efficacia operativa piuttosto che ad una riconoscenza del pubblico. Detto questo, non c’é nessuna condiscendenza nè disprezzo del pubblico, solamente la preoccupazione di una efficacia massima, la più rapida possibile, attraverso azioni concrete, nel rispetto della Legge e dell’interesse generale.

Laurent Chrzanovski: Quali sono le vostre impressioni “a caldo”? Qual è secondo voi il più grande successo del 2° Summit e quali sono gli aspetti che vorreste migliorare?

Christophe Réville: In primis, la nostra soddisfazione è che questo secondo Summit abbia prima di tutto avuto luogo, e si sia svolto in seguito in buone condizioni. Sarà’, in effetti, una sfida ripetere questo evento, al quale auspichiamo una lunga vita con il patrocinio dell’IHEDN.

La formula può certamente essere ancora migliorata, come già avvenuto a seguito dei rinvii dopo la prima edizione. Possono essere migliorati numerosi dettagli logistici e organizzativi, ma l’essenziale è che il contenuto e il format siano stati apprezzati dai partecipanti, che hanno manifestato il desiderio di ritornare il prossimo anno. Noi conserviamo il nostro credo: «prendere altitudine – il Summit si tiene a 2000 metri n.d.r. – per mettere in sicurezza il mondo di domani».

Laurent Chrzanovski: Di primo acchito, dopo solamente due edizioni, avete già un’idea dei miglioramenti o delle nuove tematiche che vorreste affrontare al Summit?

Christophe Réville: Nel 2016, il programma è stato influenzato da avvenimenti drammatici avvenuti in quest’ultimo anno nel nostro paese. Sono state condotte delle riflessioni, concrete ma sottili, sugli aspetti della lotta antiterroristica nelle imprese, la resilienza, e la difesa dei nostri interessi di fronte alle minacce emergenti. Questo è tra l’altro il tema ripreso nel prossimo colloquio annuale del Club dei Direttori della Sicurezza delle Imprese che si è tenuto il 15 dicembre; il CDSE è uno dei nostri partner etici e scientifici. Non c’è dubbio che nel 2017, gli eventi di attualità alimenteranno le nostre riflessioni. Tuttavia, gli spunti di riflessione e di azione sul tema dell’intelligenza economica e della security/safety sono molti e daranno luogo a nuovi lavori. Bisogna essere non solamente reattivi ma anche proattivi e anticipare le minacce emergenti.

E’ un po’ prematuro identificare un tema, il nostro comitato non si è ancora riunito per determinare le tematiche da affrontare per il 2017, parleremo senza alcun dubbio dei rischi i cui segnali deboli sono stati registrati, come ad esempio il rischio insurrezionale sul territorio – un avvenimento la cui probabilità è debole (ma al quale l’armata svizzera si è già interessata più di quattro anni fa). I nostri organi pubblici si sono preparati ad un tale disastro, ma niente traspare sul terreno economico concreto, che rimane il nostro campo d’ azione essenziale. Il contesto elettorale nazionale della Francia nel primo semestre 2017 mobilizzerà anche l’attenzione. Ci sarà del movimento nelle agenzie nazionali; è indispensabile esercitare la nostra influenza etica e positiva sulle politiche pubbliche future, facendo sentire le preoccupazioni dei dirigenti d’impresa.

Autore: Laurent Chrzanovski 

Christophe Réville

Biografia

Co-fondatore e supervisore del Summit IE2S Chamonix Mont-Blanc 2015, Christophe Réville è esperto in management, comunicazione e fattori umani in intelligenza economica, presso l’Istituto degli Alti Studi per la Difesa Nazionale (IHEDN – Institut des Hautes Études de Défense Nationale), Région Lyonnaise. Co-iniziatore del Summit IES Chamonix Mont-Blanc 2015, Christophe REVILLE dirige una società di consulenza e di formazione in strategie d’impresa e comunicazione. Diplomato all’EM Lyon, dopo quindici anni in qualità di
dirigente di impresa e di comunicazione, si è dedicato alla formazione per le imprese. Diplomato in Programmazione Neuro Linguistica, formato all’Analisi Transazionale e alla Gestalt, ha sviluppato programmi di management del cambiamento e gestione dei fattori umani relativi alle problematiche della sicurezza e dell’intelligenza economica. Professionista della comunicazione interpersonale,si è specializzato nel contro-spionaggio economico dal punto di vista delle risorse e dei fattori umani. Auditor dell’IHEDN (178e sessione in regione
IHEDN, 2009), Christophe Réville è riservista della gendarmeria (capo squadra RC) e membro della rete di cyber-difesa della riserva civile, collegata allo stato maggiore delle armate.