L’ITU (International Telecommunication Union) ha presentato il Global Cybersecurity Index (GCI), un riferimento affidabile che misura l’impegno dei paesi per la sicurezza informatica a livello globale, per aumentare la consapevolezza dell’importanza e delle diverse dimensioni del problema.

Dal suo lancio nel 2015, il Global Cybersecurity Index ha stabilito una nicchia come riferimento affidabile che misura l’impegno in materia di sicurezza informatica dei paesi attraverso cinque pilastri: misure legali, misure tecniche, misure organizzative, sviluppo delle capacità e cooperazione, aggregati in un punteggio complessivo.

Basato su un approccio multi-stakeholder, il GCI sfrutta la capacità e l’esperienza di diverse organizzazioni con l’obiettivo di migliorare continuamente la qualità del GCI, promuovere la cooperazione internazionale e promuovere lo scambio di conoscenze nel campo della sicurezza informatica.

Attualmente alla sua quarta edizione, il rapporto GCI 2020 ha mostrato i punti chiave e gli approfondimenti tra gli Stati membri dell’ITU, i membri del settore, le agenzie delle Nazioni Unite e altre parti interessate. Il lancio ha caratterizzato una presentazione che ha evidenziato alcune delle migliori best cybersecurity practices, nonché un dialogo informatico globale tra i rappresentanti delle diverse regioni ITU.

Per ogni nazione, il GCI è il risultato della valutazione di una ventina di indicatori chiave attinenti alle cinque tipologie principali di misure messe in atto. Il punteggio del GCI (da 0 a 100) risulta in buona parte più alto nelle nazioni più sviluppate, più ricche, più orientate al digitale.

La top ten del GCI vede nell’ordine USA (a quota 100 punti), Regno Unito, Arabia Saudita, Estonia, Corea del Sud, Singapore, Spagna, Russia, Emirati Arabi Uniti, Malesia (98,06).  

L’Italia è in posizione 20 con 96,13 punti (al netto di diversi ex-aequo, in realtà è ventisettesima). A livello regionale (cioè europeo) è tredicesima.

Il massimo dei voti (20 su 20) lo abbiamo preso nella parte delle misure organizzative (20,00) e nella componente legale-normativa (19,68), nella capacità di sviluppo complessiva del mondo cyber security (19,48) e nell’aspetto legato alla cooperazione tra diverse entità (19,41). Il punteggio è più basso invece nella componente tecnica (17,56).

“L’ultima iterazione del Global Cybersecurity Index contribuirà a promuovere ulteriori azioni verso ecosistemi digitali sicuri necessari per la ripresa e la crescita. Speriamo che aiuti anche a colmare il crescente divario di capacità informatica tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo promuovendo la conoscenza, il miglioramento delle competenze e lo sviluppo di competenze”.

 

 

https://www.itu.int/en/ITU-D/Cybersecurity/Pages/global-cybersecurity-index.aspx

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