Nell’anno che ha visto celebrare il primo decennio del programma mondiale Child Online Protection”, vorremmo sottolineare il lavoro di GCSEC, editore della versione italiana di Cybersecurity Trends; grazie alla Fondazione, sono state tradotte in italiano e promosse non solo le ultimissime versioni delle linee guida sulla Child Online Protection (COP), ma anche la mostra “Eroi e Vittime dei Social Media, dai geroglifici a Facebook”, patrocinata dall’ITU, che da due anni è itinerante nella penisola grazie all’impegno di Poste Italiane.

Questo stesso anno ha anche visto la nascita della prima edizione di “Cybersecurity Mediterranean” (Noto, 10-11 Maggio) – lanciato dalla Swiss Webacademy, dove la responsabile di COP in ITU, Carla Licciardello, ha interagito con i bambini delle Scuole Medie durante il tradizionale “awareness day”. Il “sistema” di eventi internazionali PPP preceduti dall’awareness day per bambini e adulti, ha raggiunto quindi 3 congressi macro-regionali (con sedi in Romania, Svizzera e Italia), supportati da partner istituzionali di 8 paesi, tra i quali GCSEC. Viene anche offerta, con puntuale regolarità, la rivista online trimestrale Cybersecurity Trends, tradotta in 4 lingue e adattata agli specifici contesti nazionali di Francia, Italia, Regno Unito, Romania e Moldavia.

Il lavoro di Swiss Webacademy, una delle prime entità a firmare la “Paris Call for Trust and Cybersecurity in Cyberspace”, durante il periodico evento Internet Governance Forum (IGF), conferma la volontà di condividere esperienze e fornire contributi di alto livello, al fine di aver una conoscenza più ampia sull’ecosistema nel quale viviamo. Ci vuole molta volontà, molta energia, e tutta la generosità di un lavoro non-profit per raggiungere e consolidare questi obiettivi. E’ un elemento che ci sembra doveroso evidenziare che proprio quest’anno c’è stato un calo di tali eventi a livello internazionale. Con questo numero dedicato alla eHealth, editori e redattori della rivista portano alla vostra attenzione, con oggettività, punti di vista di ricercatori, specialisti, ed esperti E’ da sottolineare quanto, dal medico al “vendor” tutti hanno una preoccupazione comune: la fragilità del sistema, soprattutto per quanto riguarda la parte del paziente, se l’insieme tecnologico e umano non sono perfettamente rodati. Ancora una volta, il nostro grado di cultura (continua) dei rischi digitali sarà l’elemento che darà alle prestazioni un valore aggiunto oppure una fonte di rischio maggiore.

AuspicandoVi, cari lettori, un 2019 pieno di salute, vi auguriamo una piacevole lettura.

Marco Obiso

Marco Obiso

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