Negli ultimi anni, Tokelau, un idilliaco arcipelago nel Pacifico del Sud composto da tre atolli corallini, è emerso dall’oscurità dell’anonimato per acquisire un’infausta notorietà nel mondo digitale. Sebbene celebrato per la sua natura incontaminata, il piccolo territorio, appartenente alla Nuova Zelanda, ora è noto come la capitale mondiale del cybercrimine.

Con una popolazione di appena 1.400 abitanti e la sua prima connessione telefonica nel 1997, Tokelau ha fatto il suo ingresso nel mondo digitale solo qualche anno dopo. Tuttavia, ciò che ha suscitato meraviglia è la sua trasformazione in una potenza di Internet, ospitando con il suo dominio .tk più siti web di qualsiasi altro Paese al mondo. Fino a poco tempo fa, infatti, erano circa 25 milioni gli utenti proprietari di siti registrati con il dominio nazionale .tk. In realtà, tuttavia, c’è sempre stato un solo sito web registrato davvero nell’isola: la pagina di Teletok, l’unico operatore di telecomunicazioni del territorio. Tutti gli altri, invece, appartenevano a spammer, phisher e criminali informatici.

Nei primi anni 2000 Tokelau non aveva né i soldi né il know-how per gestire il proprio dominio. Il paradiso isolato ha attirato l’attenzione di Joost Zuurbier, un imprenditore olandese che ha proposto di gestire il dominio .tk. La sua iniziativa ha portato Tokelau online, offrendo agli utenti la possibilità di creare siti web gratuiti in cambio della visualizzazione di annunci pubblicitari. Tuttavia, l’offerta gratuita ha attirato una folla oscura di criminali informatici, truffatori e spammers, trasformando .tk in un rifugio per attività malevole, trasformando di fatto Tokelau nella capitale mondiale dello spam e della criminalità informatica.

Mentre la reputazione di Tokelau si deteriorava, gli abitanti dell’isola rimanevano all’oscuro delle attività illecite online, non avendo le competenze tecniche per comprenderne le implicazioni. Nel corso degli anni, .tk è stato utilizzato da migliaia di truffatori e criminali per creare siti web malevoli e diffondere malware, condurre attacchi di phishing e altre attività fraudolente, persino ospitare siti promuovendo estremismo e attività criminali.

Solo alla fine degli anni 2000 i leader di Tokelau hanno preso consapevolezza della situazione, cercando di rescindere il contratto con Zuurbier. Tuttavia, solo l’anno scorso, i tribunali olandesi hanno finalmente posto fine a questa situazione, rimuovendo .tk dalle mani dell’imprenditore e bloccando le sue iniziative di distribuzione di domini gratuiti in modo abusivo.

Oggi, Tokelau si ritrova a dover ripulire la sua reputazione compromessa. Tino Vitale, responsabile delle telecomunicazioni dell’isola, aspira a riscrivere la storia di Tokelau, utilizzando il dominio .tk come veicolo per promuovere la bellezza naturale dell’arcipelago. L’intento è di cancellare l’associazione con il cybercrime e tornare a essere riconosciuti nel mondo per la loro cultura, i loro valori cristiani e la straordinaria bellezza di questi atolli del Pacifico.

https://www.wired.it/article/dominio-tk-cybercrimine-tokelau/

https://www.hwupgrade.it/news/web/da-isola-sperduta-a-capitale-mondiale-del-cyber-crimine-l-incredibile-storia-di-tokelau_121582.html

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