In un’epoca in cui i ragazzi trascorrono sempre più tempo online, è fondamentale che gli adulti li aiutino a riconoscere e gestire i rischi della rete. Uno di questi è il catfish, un fenomeno sempre più diffuso in cui persone si fingono qualcun altro online, creando false identità per ingannare gli utenti.
Woman for Security ha elaborato una serie di riflessioni e accorgimenti pratici pensati per aiutare gli adulti a trasmettere ai giovani le competenze necessarie a navigare in Internet in modo più sicuro e consapevole.
«Uno dei compiti più importanti degli adulti nel mondo digitale moderno è quello di far comprendere ai più giovani che in rete esistono rischi e pericoli reali. Alzare questa consapevolezza significa preparare i nostri ragazzi a un mondo digitale che è sì ricco di opportunità ma che spesso nasconde malintenzionati pronti a sfruttare la loro buonafede, ingenuità e mancanza di esperienza.
Comprendere con chi si parla online
Da quando sono nati i social, si è iniziato a parlare di un fenomeno chiamato catfish. Ovvero fingersi qualcun’altro.
Al giorno d’oggi, grazie a strumenti digitali più avanzati e disponibili ad un numero sempre più vasto di persone, questo fenomeno è aumentato. In particolare, è diventato più facile rubare l’identità alle persone ed è diventato più complesso capire la differenza fra realtà e finzione.
Questo fenomeno si può presentare su tutte le piattaforme digitali, non solo sui social.
Basti pensare per esempio ai videogiochi online o alle piattaforme usate per imparare una lingua, ecc.: sono tutte vie che possono essere usate da qualsiasi individuo per fingersi un’altra persona.
E se è diventato così facile fingersi qualcun altro, è bene adottare alcuni accorgimenti in merito.
Ecco alcuni consigli per capire se la persona che incontriamo online è veramente chi dice di essere:
- Verifica il vero nome e cognome
- Guarda se quel profilo è presente (e come) su altre piattaforme e siti
- Presta attenzione se questo utente fa discorsi troppo personali o inizia a fare apprezzamenti insistenti
- Osserva il linguaggio che utilizza
- Valuta se fornisce poche informazioni di sé o se queste sono incongrue.
Se qualche elemento desta sospetto, l’unica azione da compiere è bloccare subito l’utente in questione.
Per i genitori è importante far capire ai figli che non devono fornire dettagli specifici su di sé a una persona conosciuta: occorre alzare il livello di attenzione e imparare a non fidarsi.
Non tutto quello che è online è vero
Oggi piattaforme come Instagram e TikTok propongono contenuti sempre più variegati fra loro e sono in costante aumento.
Sono aumentati i “reels” che sponsorizzano prodotti di bellezza, vestiti, oggetti per la casa, ecc. Non è solo aumentata la quantità dei prodotti che si vogliono vendere ma anche le tipologie. Non tutto ciò che brilla però è oro. Se una nota influencer sponsorizza un certo prodotto, magari anche costoso, è normale che ne parli bene (del resto, viene pagata per farlo). Ed è normale che, se il prodotto è appena stato lanciato, vi saranno in rete diverse sponsorizzazioni e diverse persone che ne parlano bene.
In rete si trovano anche tanti video di personaggi più o meno noti che si cimentano in prove surreali e pericolose, solo per la notorietà. Per esempio, mangiare cose assurde, fare acrobazie al limite del pericolo e molte altre sfide rischiose.
È importante far capire ai ragazzi che quello che vedono attraverso gli schermi non è sempre tutto reale.
Come ci si comporta in questi casi? Bisogna far capire ai ragazzi che:
- non tutto quello che vedono sponsorizzato sugli schermi è adatto a loro. Si pensi per esempio al fenomeno delle bambine che vogliono già acquistare prodotti per l’invecchiamento della pelle…
- molto di ciò che si vede online non corrisponde alla vita reale
- l’utilizzo dei filtri per le foto e nei video rende distopica la visione che i minori possono avere di sé
- i filmati che si vedono sui social sono spesso studiati a tavolino, con un montaggio video realizzato da più persone
- i video di sfide o azioni pericolose non sono assolutamente da imitare.
Non è semplice per un adulto riuscire ad aprire un dialogo su questi temi con i ragazzi, ma bisogna farlo: fa parte dell’educazione. Occorre confrontarsi con loro in merito ai contenuti che guardano, per non lasciarli da soli in balia di tutto ciò che passa davanti ai loro occhi tramite uno schermo. Un adulto può riuscire a far comprendere al ragazzo/a la differenza tra realtà e ciò che appare online, insegnando a ricercare altre fonti per attestare se un argomento/video è veritiero o falso.
Condivisione dei dati personali, atto da non sottovalutare
Oggigiorno, condividere online aspetti della propria vita è normale e comune. Alcuni di questi aspetti, però, non dovrebbero essere condivisi, specialmente se pubblicamente o con persone che si conoscono poco.
Tra le informazioni che spesso vengono condivise online vi sono i propri dati e documenti personali che ad oggi rimane una delle azioni più pericolose da compiere. Anche se molte persone lo fanno in buona fede o senza sapere cosa rischiano, è una pratica da evitare, soprattutto se si parla di minori. E porre un profilo social in modalità privata non protegge se poi questi dati sensibili vengono condivisi.
Perché è importante fare attenzione ai dati personali?
Nome, cognome, data di nascita, indirizzo, documenti di identità e persino foto possono essere usati da malintenzionati per creare profili falsi o accedere a servizi, anche pericolosi, a nostra insaputa.
I minori sono particolarmente vulnerabili. I dati dei bambini, se finiscono nelle mani sbagliate, possono essere usati per scopi illeciti o comprometterne la sicurezza futura.
Una volta online, non si torna indietro. Anche cancellando un post o un documento, non si ha la certezza che non sia stato già salvato o condiviso da qualcun altro.
Per non incorrere in queste situazioni è importante evitare di condividere online documenti ufficiali (carte d’identità, tessere sanitarie, certificati scolastici, ecc.), e postare immagini che contengano dati sensibili o riconoscibili (indirizzi, targhe, nomi completi). Occorre insegnare ai ragazzi a proteggere la loro privacy e a chiedere l’aiuto di un genitore o di un adulto prima di condividere qualsiasi informazione online. E ovviamente è mandatorio usare strumenti di sicurezza, come il controllo parentale e le impostazioni sulla privacy sui social.»