Il Parlamento Europeo ha approvato, 348 voti a a 274, una discussa legge che di fatto modifica completamente la gestione del copyright e avrà impatti molto significativi in particolare sulla pubblicazione di contenuti su Internet.

Al centro del dibattito sono stati due articoli specifici, l’11 e il 13, diventati nella versione definita il 15 e il 17, che regolamentano il rapporto delle piattaforme online, quali Google, Yahoo, Youtube, etc. con i singoli editori. I due testi di legge richiedono che le piattaforme compensino i creatori di contenuti in maniera adeguata e proporzionale (da qui ci si attende quindi la necessità di stipulare accordi fra, ad esempio, Google e tutti i giornali online), e che siano ritenute responsabili dei contenuti che vengono caricati e pubblicati nei loro domini.

La direttiva è stata oggetto di scontri molto accesi fra coloro che la ritenevano un progresso positivo rispetto a una regolamentazione ferma al 2001, e quindi soprattutto editori e artisti, e quanti credevano di potervi riconoscere i rischi di forti limitazioni alla libertà della Rete, quindi attivisti, board di direzione delle grandi piattaforme e anche editori e artisti di più nuova generazione e probabilmente quindi con un diverso rapporto verso Internet. Le preoccupazioni e il contrasto attivo non si sono mai fermati, ancora poche ore prima del voto finale, una petizione che chiedeva di bocciare il testo di legge aveva raccolto più di cinque milioni di firme, ma erano ancora più intensi verso le prime versioni del testo, quando – per come era stato impostato – sembrava addirittura che sarebbe diventato impossibile condividere meme o avere la preview degli articoli online.

Ad oggi, la preoccupazione maggiore degli attivisti riguarda la responsabilità delle piattaforme riguardo i contenuti che possono essere pubblicati dagli utenti, e che probabilmente le obbligherà a creare dei filtri di controllo sul materiale caricato dagli iscritti, con tutte le difficoltà che ne conseguono: costi, qualità dell’algoritmo, rischi di censura non voluta etc.

Non a caso anche pochi giorni fa anche Wikipedia si è schierata contro. Nella sua pagina si leggeva questa nota.

L’enciclopedia online infatti espresso in più occasioni la sua chiara posizione a favore della libertà di espressione e partecipazione online. Tuttavia dal sito del Parlamento Europeo si apprende “che il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia, o su piattaforme software open source come GitHub, sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.”

Questi i punti principali del testo di legge:

  • Le piattaforme online saranno responsabili dei contenuti che gli utenti caricano
  • Meme o GIF espressamente esclusi dalla direttiva
  • Hyperlink ad articoli di attualità accompagnati da “singole parole o brevi estratti” possono essere condivisi liberamente
  • I giornalisti devono ottenere una quota delle entrate legate al diritto d’autore ottenute dal loro editore
  • Le start-up saranno soggette ad obblighi meno rigidi

Queste le parole del relatore Axel Voss (EPP, DE): “Questo accordo è un passo importante per correggere una situazione che ha permesso a poche aziende di guadagnare ingenti somme di denaro senza remunerare adeguatamente le migliaia di creativi e giornalisti da cui dipendono.

Allo stesso tempo, l’accordo contiene numerose disposizioni per garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione. Tali disposizioni non erano di per sé necessarie, perché la direttiva non creerà nuovi diritti per i titolari. Tuttavia, abbiamo ascoltato le preoccupazioni sollevate e abbiamo scelto di garantire doppiamente la libertà di espressione. I “meme”, le “gif”, gli “snippet” sono ora più che mai protetti.

Sono inoltre lieto che il testo concordato oggi protegga in particolare le imprese in fase di avviamento. Le aziende leader di domani sono le start-up di oggi e la diversità dipende da un profondo bacino di aziende giovani, innovative e dinamiche.

Si tratta di un accordo che protegge la vita delle persone, salvaguarda la democrazia difendendo un panorama mediatico diversificato, rafforza la libertà di espressione e incoraggia la creazione di nuove imprese e lo sviluppo tecnologico. Aiuta a rendere Internet pronta per il futuro, uno spazio a beneficio di tutti, non solo di pochi potenti“.

Mentre gli editori e i giornali tradizionali festeggiano il risultato, in molti continuano a temere tuttavia che la Direttiva limiterà drasticamente la libera espressione online.

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